Da Chele il sentiero sale inesorabilmente sino a uno sperone roccioso sul quale campeggia un cumulo di pietre. E' il primo giorno in cui inizio ad accusare un po' la fatica. Vuoi per il caldo, vuoi per l'acido lattico accumulato nei due giorni precedenti procediamo lentamente alle spalle di un contadino e i suoi quattro muli stracarichi. Man mano che avanziamo lo scenario diventa sempre più bello: superiamo un piccolo invaso e ci inoltriamo all'interno di una spettacolare gola costeggiando un profondo canalone.
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Raggiungendo Samar |
Sulla parte opposta, appena sotto montagne sinuose che sembrano quasi disegnate a mano, si affaccia l'abitato di Ghyakar, raggiungibile attraverso un lungo ponte sospeso. Continuiamo a salire faticosamente sino agli oltre 3600 metri di quota di Chele La, indicato da un altro cumulo di pietre. Il paesaggio brullo e arido che ha contraddistinto la prima parte di trekking lascia progressivamente spazio a verdeggianti montagne ricoperte da bassa vegetazione.
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Ghyakar |
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Raggiungendo Samar |
Cominciamo a scendere in un ampio canalone fino a raggiungere Samar, al centro di un rigoglioso pioppeto circondato da vivaci ruscelletti. Pranziamo all'interno del delizioso Hotel Annapurna in una tipica sala da pranzo nepalese ordinando un piatto di chow mein (pasta molto simile a spaghetti) con carne e verdura. Attraversiamo il villaggio, caratterizzato da case intonacate e un lungo muro adornato di ruote di preghiera, e scendiamo sino al letto di un fiumiciattolo incontrando un chorten dipinto di rosso, bianco e nero. La fatica di questi tre giorni si fa sempre più sentire e con molta difficoltà iniziamo a salire lungo un'altra vallata punteggiata da ginepri fino a raggiungere Bhena La.
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Samar |
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Raggiungendo Shyangmochen |
Proseguiamo tra lunghi saliscendi in un paesaggio ben lontano da quello visto nei primi due giorni. Stavolta è il verde a dominare. A Bhena, un minuscolo centro composto da appena tre case stanno sostando alcune jeep in attesa di ricevere chiamate da eventuali clienti. Costeggiamo un'altra gola e dopo aver attraversato un ruscello raggiungiamo le due case di Yamdo. All'ombra di un albero, ci rilassiamo distesi su uno stazzo erboso. Dinanzi a noi alcune abitazioni diroccate. Riprendiamo il cammino, superiamo un altro passo, l'ultimo di giornata, con i 4010 metri del Yamdo La. Incrociamo alcuni ragazzi del posto in sella ai loro cavalli.
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Raggiungendo Shyangmochen |
Alle porte di Shyangmochen, dove la vista è a dir poco mozzafiato, incontriamo un ragazzo canadese che con la sua guida che ha avuto l'ardua idea di visitare l'Upper Mustang in mountain bike. Trascorreremo qui la notte, nell'Hotel Nigiri Green. Shyangmochen è paesino dalle pochissime abitazioni e tre punti ristoro. Ceniamo in compagnia di una coppia di pensionati residenti in Messico con origini italiane, in Mustang per festeggiare i 40 anni di matrimonio.
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Shyangmochen |