Sveglia alle 5,45, oggi si va a Chacas. Raggiungiamo a piedi il terminal di Transportes Renzo in avenida Raimondi. Si parte alle 7, su un vecchio autobus in direzione Carhuaz. Ben presto cominciamo a salire seguendo una strada in ottime condizioni. Ci fermiamo una mezz’ora in un ristorante, La Choza, (un’utopia definirlo tale) per usufruire dei servizi igienici, due buchi nel terreno coperti alla bene e meglio per separare Il “bagno” degli uomini da quello delle donne.
Fuori dal ristorante, parcheggiato, un fuoristrada con un sottile strato di neve sul tettuccio.
Riprendiamo la marcia con ghiacciai e vette innevate sullo sfondo. Man mano che andiamo avanti sembra quasi di poterli toccare con mano.
![Raggiungendo Chacas]() |
Raggiungendo Chacas |
I villaggi lasciano spazio a strette vallate nella morsa delle montagne. Salendo di quota l’aria si fa sempre più rarefatta e anche il nostro autobus pare arrancare. La neve inizia a comparire a bordo strada mentre procediamo lentamente in mezzo alle nuvole sino a quota 4980 metri di
Punta Olimpica. Sembra quasi di volare.
![Raggiungendo Chacas]() |
Raggiungendo Chacas |
Valichiamo la Cordillera per mezzo di un lungo tunnel e quando usciamo è tutto bianco, durante la notte ha nevicato abbondantemente. Scendiamo progressivamente di quota e la neve lascia spazio al verde della
valle di Conchucos.
![Vista da Punta Olimpica]() |
Vista da Punta Olimpica |
In breve giungiamo a
Chacas. Il paesino è delizioso e la sua
Plaza de Armas, con la splendida chiesa e le abitazioni in stile coloniale, rappresenta uno scenario ideale da fotografare e incorniciare.
![Chacas, Plaza de Armas]() |
Chacas, Plaza de Armas |
![Chacas]() |
Chacas |
Negli ultimi decenni, si è insediata qui una comunità di volontari italiani, per mezzo del prete Ugo de Censi, che hanno contribuito alla creazione di scuole, cooperative artigiane e del miglior ospedale della regione. Oggi, a parte noi, di italiani nemmeno l’ombra.
![Chacas, chiesa]() |
Chacas, chiesa |
![Chacas, chiesa, interno]() |
Chacas, chiesa, interno |
![Chacas, vista dalla chiesa]() |
Chacas, vista dalla chiesa |
Camminiamo nelle vie caratteristiche del pueblo e ci rilassiamo sulle panchine mangiando un dolce ed osservando gli abitanti in abiti tradizionali durante la vita quotidiana. C’è chi passeggia, chi discute, chi vende la sua merce.
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Chacas, Plaza de Armas |
![Chacas, scorcio caratteristico]() |
Chacas, scorcio caratteristico |
![Chacas, bottega tradizionale]() |
Chacas, bottega tradizionale |
![Chacas, "piccolo" ragno]() |
Chacas, "piccolo" ragno |
All'una è già ora di riprendere l'autobus per Huaraz. E' l'unico modo per visitare in giornata Chacas. Lì dove nella mattinata abbiamo trovato tanta neve in poche ore si è già sciolto tutto e le nubi si sono diradate. All'uscita dal tunnel la vista offre a noi tutto il meglio di sè: ovunque scintillanti ghiacciai sulle vette delle montagne mentre in basso, piccolissima, una verdeggiante vallata. Salendo all'andata non ho avuto la benchè minima impressione di quanti ripidi tornanti avessimo superato. Ora, dall'alto, fa quasi paura vedere la strada da percorrere in discesa con a lato profondissimi strapiombi. E pensare che fino a poco tempo fa la strada era sterrata...
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Tornando verso Huaraz |
Giunti a
Huaraz, doopo un lentissimo spuntino al Restaurant Baylon, ci rechiamo alla
Feria Artesanal, proprio di fronte alla Plaza de Armas per acquistare alcuni souvenir. Ceniamo con un quarto di pollo in un localino nei pressi del nostro ostello.